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jueves, 10 de abril de 2014

Hannah Arendt sobre Heidegger


Francesca Brencio comparte estos interesantes textos:

"Heidegger si rese conto dopo poco tempo del suo "errore", e in seguito rischiò molto più di quanto allora si soleva fare nelle università tedesche. Non si può dire lo stesso di molti intellettuali che più tardi si proclamarono suoi giudici"  (Hannah Arendt, Martin Heidegger ha ottant'anni, in "Merkur", X, 1969).



"Heidegger dice, fierissimo, "La gente dice che Heidegger è una volpe". Questa è la vera storia della volpe Heidegger. 

C' era una volta una volpe così poco furba che non solo rimaneva presa continuamente nelle trappole, ma non sapeva neppure riconoscere una trappola. Questa volpe aveva un altro punto debole. C' era qualcosa che non andava nella sua pelliccia, e così era rimasta completamente priva di una protezione naturale contro le asprezze della vita da volpe. Dopo aver passato la giovinezza a cercare di evitare le trappole messe dagli uomini, e senza più addosso, per così dire, un solo brandello di pelliccia, la nostra volpe decise di ritirarsi completamente dal mondo delle volpi e si mise a costruire una tana. Nella sua stupefacente incapacità di riconoscere le trappole, benché ne avesse un' esperienza vastissima, la volpe ebbe un' idea del tutto nuova e senza precedenti tra le volpi: costruì una trappola come sua tana. Vi entrò, la fece passare per una tana normale (...) e poi decise di diventare astuta a suo modo e attrezzò per le altre la trappola che aveva costruito e che era adatta solo a lei. Questo dimostra ancora una volta quanto fosse ignorante in fatto di trappole: nessuna sarebbe entrata nella sua trappola, perché dentro ci stava lei. Questo fatto la infastidì. Dopo tutto, chiunque sa che, a dispetto della loro astuzia, tutte le volpi di tanto in tanto rimangono prese nelle trappole. Perché mai una trappola per volpi (...) non dovrebbe essere all'altezza delle trappole degli esseri umani e dei cacciatori? Naturalmente perché questa trappola non si presentava come una trappola. E così venne in mente alla nostra volpe di abbellire la sua trappola e di appendere ovunque su di essa cartelli inequivocabili, che dicevano chiaramente: "Venite, venite tutti! Questa è una trappola, la più bella trappola del mondo". Da questo punto in poi era chiaro che nessuna volpe sarebbe finita in questa trappola per errore. Ciò nonostante, ne vennero molte. (...) Naturalmente, tutte tranne la nostra volpe potevano uscirne: era esattamente della sua misura. Ma la volpe che viveva nella trappola diceva con orgoglio: "Stanno venendo in tante nella mia trappola, così tante che io sono diventata la star delle volpi". E c'è della verità in questo: nessuno conosce la natura delle trappole meglio di chi se ne sta in una trappola per tutta la vita" (Hannah Arendt, annotazione dal Denktagebuch, Agosto/Settembre 1953).


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